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Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino

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2015
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A queste ultime parole, Pinocchio salt? su tutt’infuriato e preso di sul banco un martello di legno, lo scagli? contro il Grillo-parlante.

Forse non credeva nemmeno di colpirlo; ma lo colse per l’appunto nel capo, tanto che il povero Grillo ebbe appena il fiato di fare cr?-cr?-cr?, e poi rimase l? stecchito e appiccicato alla parete.

5. Pinocchio ha fame e cerca un uovo per farsi una frittata; ma sul pi? bello, la frittata gli vola via dalla finestra

Intanto cominci? a farsi notte[21 - Intanto cominci? a farsi notte – тем временем наступила ночь], e Pinocchio, ricordandosi che non aveva mangiato nulla, sent? un’uggiolina allo stomaco.

Ma l’appetito nei ragazzi cammina presto, e dopo pochi minuti, l’appetito divent? fame, e la fame si convert? in una fame da lupi.

Il povero Pinocchio corse subito al focolare, dove c’era una pentola che bolliva, e fece l’atto di scoperchiarla, per vedere che cosa ci fosse dentro: ma la pentola era dipinta sul muro. Immaginatevi come rest?. Il suo naso, che era gi? lungo, gli divent? pi? lungo almeno quattro dita.

Allora si dette a correre per la stanza e a frugare per tutte le cassette e per tutti i ripostigli in cerca di un po’ di pane, magari un po’ di pan secco, un crosterello, un po’ di polenta muffita, una lisca di pesce, un nocciolo di ciliegia, insomma qualche cosa da masticare: ma non trov? nulla, proprio nulla.

E intanto la fame cresceva: e il povero Pinocchio non aveva altro sollievo che quello di sbadigliare, e faceva degli sbadigli cos? lunghi, che qualche volta la bocca gli arrivava fino agli orecchi..

Allora piangendo, diceva:

– Il Grillo-parlante aveva ragione. Ho fatto male a rivoltarmi al mio babbo e a fuggire di casa… Oh! che brutta malattia ? la fame!

Quand’ecco che gli parve di vedere nel monte della spazzatura qualche cosa di tondo e di bianco, che somigliava a un uovo di gallina. Era un uovo davvero.

La gioia del burattino ? impossibile descriverla. Si rigirava quest’uovo fra le mani, e lo toccava e lo baciava, e baciandolo diceva:

– E ora come dovr? cuocerlo? Ne far? una frittata!.. No, ? meglio cuocerlo nel piatto!.. O non sarebbe pi? saporito se lo friggessi in padella? No, la pi? lesta di tutte ? di cuocerlo nel piatto o nel tegamino: ho troppo voglia di mangiarmelo!

Detto fatto, pose un tegamino sopra un caldano pieno di brace accesa: messe nel tegamino, invece d’olio o di burro, un po’ d’acqua: e quando l’acqua principi? a fumare, tac!.. spezz? il guscio dell’uovo.

Ma invece della chiara e del torlo scapp? fuori un pulcino tutto allegro e complimentoso, il quale facendo una bella riverenza disse:

– Mille grazie, signor Pinocchio, d’avermi risparmiata la fatica di rompere il guscio! Arrivedella, stia bene e tanti saluti a casa!

Ci? detto, distese le ali, e se ne vol? via.

Il povero burattino rimase l?, come incantato, cogli occhi fissi, colla bocca aperta e coi gusci dell’uovo in mano. Riavutosi, peraltro, dal primo sbigottimento, cominci? a piangere, e piangendo diceva:

– Eppure il Grillo-parlante aveva ragione! Se non fossi scappato di casa e se il mio babbo fosse qui, ora non mi troverei a morire di fame! Oh! che brutta malattia ? la fame!..

E perchе il corpo gli seguitava a brontolare pi? che mai[22 - pi? che mai – более чем когда-либо / еще больше], e non sapeva come fare a chetarlo, pens? di uscir di casa e di dare una scappata al paesello vicino, nella speranza di trovare qualche persona caritatevole, che gli facesse l’elemosina di un po’ di pane.

6. Pinocchio si addormenta coi piedi sul caldano, e la mattina dopo si sveglia coi piedi tutti bruciati

Per l’appunto[23 - Per l’appunto – как раз] era una notte d’inferno. Tonava forte forte, lampeggiava come se il cielo pigliasse fuoco, e un ventaccio freddo e strapazzone, fischiando rabbiosamente e sollevando un immenso nuvolo di polvere, faceva stridere e cigolare tutti gli alberi della campagna.

Pinocchio aveva una gran paura dei tuoni e dei lampi: se non che la fame era pi? forte della paura: motivo per cui accost? l’uscio di casa, e presa la carriera, in un centinaio di salti arriv? fino al paese, con la lingua fuori e con il fiato grosso.

Ma trov? tutto buio e tutto deserto. Le botteghe erano chiuse; le porte di casa chiuse; le finestre chiuse. Pareva il paese dei morti.

Allora Pinocchio si attacc? al campanello d’una casa, e cominci? a sonare a distesa, dicendo dentro di sе:

– Qualcuno si affaccer?.

Difatti si affacci? un vecchino, col berretto da notte in capo, il quale grid? tutto stizzito:

– Che cosa volete a quest’ora?

– Che mi fareste il piacere di darmi un po’ di pane?

– Aspettami cost? che torno subito, – rispose il vecchino, credendo di avere da fare con qualcuno di quei ragazzacci che si divertono di notte a sonare i campanelli delle case, per molestare la gente per bene[24 - per bene – добропорядочный].

Dopo mezzo minuto la finestra si riapr?, e la voce del solito vecchino grid? a Pinocchio:

– Fatti sotto e para il cappello.

Pinocchio si lev? subito il suo cappelluccio; ma mentre faceva l’atto di pararlo, sent? pioversi addosso un’enorme catinella d’acqua che lo annaffi? tutto dalla testa ai piedi, come se fosse un vaso di geranio appassito.

Torn? a casa bagnato come un pulcino e rifinito dalla stanchezza e dalla fame: e perchе non aveva pi? forza da reggersi ritto, si pose a sedere, appoggiando i piedi fradici sopra un caldano pieno di brace accesa.

E l? si addorment?; e nel dormire, i piedi che erano di legno gli presero fuoco, e adagio adagio gli si carbonizzarono e diventarono cenere.

E Pinocchio seguitava a dormire e a russare, come se i suoi piedi fossero quelli d’un altro. Finalmente sul far del giorno[25 - sul far del giorno – рано утром] si svegli?, perchе qualcuno aveva bussato alla porta.

– Chi ?? – domand? sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.

– Sono io! – rispose una voce.

Quella voce era la voce di Geppetto.

7. Geppetto torna a casa, e d? al burattino la colazione che il pover’uomo aveva portata per sе

Il povero Pinocchio, che aveva sempre gli occhi fra il sonno, non s’era ancora avvisto dei piedi che gli si erano tutti bruciati: per cui appena sent? la voce di suo padre, schizz? gi? dallo sgabello per correre a tirare il paletto; ma invece, dopo due o tre traballoni, cadde di picchio tutto lungo disteso sul pavimento.

– Aprimi! – intanto gridava Geppetto.

– Babbo mio, non posso – rispondeva il burattino piangendo.

– Perchе non puoi?

– Perchе mi hanno mangiato i piedi.

– E chi te li ha mangiati?

– Il gatto – disse Pinocchio, vedendo il gatto che colle zampe davanti si divertiva a far ballare alcuni trucioli di legno.

– Aprimi, ti dico! – ripet? Geppetto – se no, quando vengo in casa, il gatto te lo do io!

– Non posso star ritto, credetelo. Oh! povero me! povero me, che mi toccher? a camminare coi ginocchi per tutta la vita!..

Geppetto arrampicatosi su per il muro, entr? in casa dalla finestra.

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