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Vestito rosso a pois

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2016
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– Non sopporto quelli, che sempre si lamentano, – mi dice Patrizia Monaco.– Soprattutto in viaggio. Sai ci sono quelli che sono sempre scontenti. Non va bene niente per loro. Io che per lavoro faccio la tour leader ne so qualcosa.

I nostri insegnanti in India, per esempio. Un bambino allunga la manina per l’elemosina, e lei comincia la lezione:

– Tu, perche non sei a scuola? Perche hai le mani sporche? Vai a casa, lava le mani e poi ti do gli spiccioli.

Questo in India, immagini!

Una di quelli mi ? capitata in viaggio a Miami. Appena siamo decollati per partire lei gi? ronzava. Era seduta, che sfortuna, vicino me! Perci? mi sono stufata parecchio prima di arrivare.

Appena siamo arrivati veniamo alloggiati nei bungalows. Da fuori – una capanna ma dentro ogni comfort: aria condizionata, televisione satellitare, telefono Anche nel bagno con doccia e vasca idromassaggio. In mezzo ai bungalows una splendida piscina.

Davanti a quella piscina incontro di nuovo la signora. E lei di nuovo, a protestare per la stanza… Io istintivamente mi giro in un modo che lei rimane con la piscina dietro le spalle e leggermente la spingo nel torace. In un attimo lei si era fatto un bel bagno.

Era gi? preparata per la serata speciale. Vestita in un abito di lusso, con le scarpe che costavano un patrimonio. Mamma che lamenti, urli, minacce!

Per non chiamare la polizia io le ho rimborsato i soldi… Devo dire, la cifra era grossa. Ma che soddisfazione!

Tradotto da Patrizia Monaco

Conversazione con l’albero

«Sono meravigliosi i nostri posti in Baschiria», mi dice Rita Bachitova. «Che natura! che lindore… ? una piena libert? dello spirito.

Le persone non sono pi? avvezze alla natura pur vivendo in essa. No, qui non ? come in Italia. Qui la natura ? come un enorme sfondo, il paesaggio pi? bello del mondo. L? ? del tutto diverso, celato.

Una volta mi capit? di trovarmi in casa di persone abbastanza anziane: una coppia di vecchietti. Erano seduti a tavola come si usa da noi. Restai con loro per il t? a conversare. Ero venuta a sapere che si occupavano di medicina. Raccontavano di come avevano guarito un ragazzo. Mi sembrava curioso quello che avevano fatto.

«E come ci siete riusciti?»

Il vecchio si gratt? la nuca: «Abbiamo chiesto all’albero, ci ha consigliato lui».

Io non credevo alle mie orecchie: «E voi conversate con gli alberi?»

«S?, loro sono come l’erba. Capiscono tutto. Vai, ragazza, chiedi all’erba se oggi sar? una bella giornata».

Esco sul terrazzino, abbasso la testa sul praticello e non sento nulla.

Ritorno in casa e mi siedo a tavola frastornata.

E il vecchio mi chiede: «Beh, cosa ti ha detto l’erba?»

Balbetto imbarazzata: «Niente… questo capita solo a voi: avete queste doti, solo voi potete sentire».

Ora ? la volta del vecchio che si meraviglia e chiama a voce alta la vecchia attraverso la camera:

«Senti, Maria. Rita non capisce cosa dice l’erba».

Traduzione Alfredo Bertollo

Su Sirius

Alfredo mi dice: «Mi ha fatto molta impressione una signora anziana, all’apparenza sulla novantina»

Ci eravamo conosciuti sul lungomare dove lei andava d’inverno ogni sera. Sedeva su una panchina e guardava il cielo.

Nell’Italia, ricca d’amore, come d’altra parte in tutto il mondo, penso io ascoltando Alfredo, si va in fretta con i sentimenti. Ci si bacia con passione sulle panchine abbarbicandosi con i corpi, si vive assieme abbastanza a lungo come fidanzati, poi nozze sontuose e dopo due-tre anni divorzio, la cui pratica qui nei paesi cattolici pu? durare dai tre ai sette anni e anche di pi?.

Ma ci sono anche molte coppie che hanno vissuto assieme quaranta-cinquant’anni che mantengono il sentimento. Quando essi camminano tenendosi per mano suscitano proprio tenerezza.

«Sulla passeggiata una persona solitaria involontariamente provoca attenzione», prosegue Alfredo,«Essa sedeva da sola con il mare freddo e il cielo invernale».

Nonostante l’illuminazione degli eleganti fanali intirizziti si vedevano sempre pi? chiare le stelle.

Mi avvicinai alla vecchia e conversai con lei..

«Mio marito, prima di morire», mi confid?, «mi chiam? vicino a s? e, guardando dalla finestra mi disse: «Vedi quella stella? Quella ? Sirio. Io andr? a stare l?».

E lei tutte le sere andava all’appuntamento con lui.

Traduzione Alfredo Bertollo

Inganno ottico

Quindici minuti sono passati ed io, arrabbiata per il ritardo della intervista e per la quantit? di limitazioni d’ informazioni relativa ai contratti tra gli artisti e la direzione, mi diressi verso l’uscita, quando mi ferm? un uomo che zoppicava, vestito in stile sportivo.

Aveva qualcosa che sciolse la mia rabbia e fin dai primi minuti tra me e lui si stabilirono rapporti confidenziali.

Egli apparteneva ad una dinastia di proprietari di un circo risalente al 1870. Quando il circo arriv? in una piccola citt? italiana, suo bisnonno dalla parte di madre, era un giovane insegnante che perse la testa per una cavallerizza e lasci? la scuola e la casa nativa per stare con gli artisti. Spos? la sua amata e in breve divent? direttore del circo.

Gli feci delle domande e il modesto direttore mi stup? con le sue risposte, e dopo una mezz’oretta, chiese ai colleghi di accompagnarmi al suo palco ed and? dietro le quinte. Era la vera immagine di un perfetto amministratore.

Mentre mi accompagnava zoppicava notevolmente. L’ho visto in pista a lavorare con gli elefanti, poi in gabbia con le tigri, infine con i cavalli danzanti. Era un’altra persona, un bell’uomo che sapeva fare tutto, che ci sapeva fare con gli animali.

Entr? infine in scena come capogruppo, salut? il passionale pubblico italiano accompagnato da applausi e da grida frenetiche..

E solo alla sera tardi, dopo aver spedito in redazione il materiale, mi accorsi che dal mio posto privilegiato non gli avevo trovato alcun difetto fisico.

Sapeva andar bene a cavallo, ma la maggior parte dei numeri li faceva in piedi. E parlava con il pubblico in piedi. Agli spettatori non poteva venire in mente neanche un sospetto che egli zoppicasse.

Raccontai questa storia a Rimma, equilibrista unica la cui vita era sempre stata legata al circo.

«S?, succede cos?», rispose Rimma.«C’era un artista per il quale la mano destra era il momento cruciale del numero perch? era basato sul sostegno con le mani. Capit? che egli perdesse il braccio destro fino al gomito ma impar? a sostenersi su una sola mano e continu? a fare lo stesso numero e nessuno degli spettatori not? alcuna differenza. Essi videro la sua perizia e si entusiasmarono di lui».

Capita cos?: magica forza dell’arte.

Traduzione Alfredo Bertollo

Fiji
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