Pare che tutto sia pronto. Sono stati spediti gli inviti secondo la lista concordata, esaminati attentamente i menu e tutti i dettagli della festa.
Non ? la prima volta che Vladislava fa la presentazione della tecnologia di un nuovo prodotto. Grazie a Dio, la ditta fondata otto anni fa qui, in Europa, era in crescita, data l’altissima preparazione del personale e le grandi possibilit? aperte in Occidente.
Ogni anno e mezzo-due anni l’azienda, fondata da cinque persone, offriva qualcosa di nuovo al mercato. Il gruppo era unito per questa finalit? e, nonostante la diversit? dei caratteri e dell’et?, lavorava insieme per lo scopo non solo di ottenere benessere materiale, ma anche status sociale.
Loro riuscirono a far diventare il marchio della ditta una garanzia della qualit? cos? importante che per la presentazione erano venuti il Ministro da Mosca e molte persone interessate che consideravano la loro presenza non solo utile, ma anche importane.
Gran parte del merito apparteneva a Vladislava che era stata assunta con contratto come direttore tecnico. Praticamente lavorava come organizzatrice, rappresentante e traduttrice in momenti di necessit?.
L’ex donna pi? bella di una citt? turistica si era completamente sottomessa al lavoro. La sua vita si era ridotta ad un unico percorso: la ditta e la casa. Aveva in mente solo il lavoro perch? aveva la mamma ammalata e il figlio da crescere.
La fatica si giustificava almeno a livello materiale. Poteva spedire a casa qualche somma che non compensava la sua assenza, ma aiutava i suoi cari a non sentirne la mancanza.
Il suo sogno di andare alle Fiji era in un cos? lontano angolino della speranza, che gi? se ne era dimenticata.
Il ricevimento era previsto al pi? alto livello. Grazie a Dio, tutte le cure della tavola se le era prese Dasha – una sua amica e proprietaria d’un ristorante che, senza prendere nessun centesimo d’anticipo, si era rimboccata le maniche insieme al personale del suo ristorante.
Ecco. Pronto. Pare che non sia stato dimenticato nulla.
Tornava a casa pi? tardi del solito. Per arrivare alla periferia di Roma prendeva il metro e poi una piccola parte della strada la faceva a piedi. Il quartiere era tranquillo, nel palazzo tutti conoscono tutti.
Uno strappo da dietro, un dolore infernale alla mano destra, la mano stringe spasmodicamente il manico della borsa. Viene colpita in faccia, grida. Su un balcone appare una figura.
Sono in due a saltare sulla moto ruggente. La Polizia arriva subito dopo, ma troppo tardi.
Nessuno poteva immaginare nessuno come era ridotta. La mattina successiva avvert? la ditta che non poteva andare al lavoro per malattia. ? stato molto imbarazzante per lei non poter partecipare, per? sapeva che era stato preparato tutto alla perfezione e che a Dasha non sarebbe mancata la classe.
Era fisicamente insopportabile!!! Aveva paura di guardarsi allo specchio. Ma di pi? le pesava il rendersi conto della sua impotenza davanti al male. Pass? il tempo come ci fosse stata nebbia.
Aspettava una chiamata il giorno successivo. Nessuno chiam?, la ringrazio e le domand? come stava.
Chiam? Dasha e le domand? com’era andata.
– Non lo so, – rispose Dasha, – non mi hanno invitato.
– Ma ti hanno pagato?
– No.
Vladislava rimase male, ma si affret? a garantire che tutto si sarebbe risolto quando lei fosse tornata al lavoro.
– Prego passi dal mio ufficio. Si accomodi. Come si sente? Mi dispiace che lei non stia tanto bene. Non volevo rattristarla in un periodo cos? delicato, ma la direzione mi ha incaricato di informarla del fatto che il suo contratto ? terminato, nel periodo della sua malattia abbiamo assunto un’altra persona.
– Dovevate preavvisarmi della vostra decisione.
– Le spedimmo una lettera subito.
Dal suo tono e comportamento Vladislava cap? che lui era consapevole di tutto quello che era successo.
Passarono sei mesi prima che Vladislava, donna forte e volitiva, cominciasse di nuovo a percepire il mondo. Grande fiducia nella gente e nobilt? innata si sono trasformate in sfiducia e paura. Le sue indubbie capacit? organizzative e lavorative sembravano inutili, la bellezza era svanita a causa del lavoro.
Capit? l’occasione di fare dei corsi di scuola alberghiera, si iscrisse senza tanto entusiasm0. Il futuro lavoro le sembrava noioso e monotono, senza possibilit? di crescita professionale. Questo la opprimeva.
Per fortuna capit? subito il posto lavorativo in un albergo vicino alla stazione ferroviaria..
Per un po’ di tempo ci perdemmo l’un l’altra di vista. Io stetti in ansia per lei. La chiamai. Mi rispose e mi disse che da poco aveva sepolto sua madre e che tutto andava male.
Io dissi tutto quello che ? necessario dire in queste occasioni, fortemente convinta che tutto il male sarebbe finito. Qualcuno la cercher? in questo enorme mondo.
Traduzione Alfredo Bertollo
Are you happy?
La domanda era inaspettata nella sua semplicit? e mi colp? subito.
– Are you happy? – domand? e continu?:
– Sono felice ogni minuto. Dio porta attraverso di me un messaggio di gioia, io trasferisco questo sentimento alla gente, li faccio pi? sereni, li libero dalla monotonia e dalla noia. Faccio quello che voglio. Questa ? la mia missione.
Guarda questo tamburo. Il suo corpo ? fatto da un tronco di un rarissimo albero, che mi permette di estrarre questo unico suono: tum-tum. In diverse tonalit?. Tum-tum! E» coperto dalla pelle di un bufalo con una speciale lavorazione.
Bisogna avere le mani molto forti per suonare questo strumento. Provi i miei calli, sono molto forti. Dio ha compensato il fatto che le mie gambe non funzionano dandomi queste forte mani. Se le mie gambe lavorassero ti porterei come una piuma.
Sanno fare di tutto queste mani. Vedi il mio abito? Grazie, davvero elegante. Faccio tutto con le mie mani.
E, in pi?, mi piace cucinare tutti i piatti della cucina africana; sono di origine somala. Mio padre era un noto antropologo. Anch’io continuo a scrivere un libro dedicato a quella disciplina e, certamente, preparo un disco di musica africana. Voglio che tutta la gente di questo mondo conosca la nostra cultura. Voglio portare la gioia. Non mi piace annoiarmi.
Ho tanti amici e tutti hanno talento. Ho una amica pianista non vedente, sposata, ha due bambini. Ci incontriamo spesso, mangiamo i piatti che preparo. Ci scambiamo le novit?. Facciamo nuovi progetti.
Io abito in un paesino vicino Torino. A Genova sono di passaggio. Mi piace questa citt?. ? varia, colorita, vivace. Mi piace introdurre in questa sinfonia la mia nota. Tum-tum, come il ritmo del cuore.
Sono felice in ogni momento della mia vita. Are you happy?
Traduzione Alfredo Bertollo
Della prattica di un’avvocato
– Quale storia mi ha colpito di pi?? mi domand? Nadia. – Erano tante in tutti gli anni di lavoro.
Di pi? per? mi hanno colpito queste due. Una donna mi racconta:
– Abbiamo vissuto con mio marito pi? di una dozzina di anni, molto bene, in pace ed armonia. Leggevamo gli stessi libri, guardavamo gli stessi film, andavamo insieme in vacanza.
Cos? facevamo anno dopo anno. Era tutto bellissimo prima che mio marito si ammalasse. Venne ricoverato. Andavo a trovarlo e gli trovavo sempre la stessa donna vicino. Pensavo fosse l’ infermiera. Poi mi hanno detto: «E’la sua amante».
Glielo chiesi e lui annu?. Non stetti a chiarire i dettagli, compresi che era una lunga storia se osava venire in ospedale.
Lei non si pu? immaginare, cara Nadezhda Yakovlevna, cosa provavo nell’anima. Come poteva essere possibile? Tutto era chiaro: gli stessi libri, gli stessi film, in vacanza insieme. Come ? stato?