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Божественная комедия / Divina commedia

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2015
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Lo buon maestro cominci? a dire:

“Mira colui con quella spada in mano,

che vien dinanzi ai tre s? come sire:

quelli ? Omero poeta sovrano;

l’altro ? Orazio satiro che vene;

Ovidio ? ‘l terzo, e l’ultimo Lucano.

Per? che ciascun meco si convene

nel nome che son? la voce sola,

fannomi onore, e di ci? fanno bene”.

Cos? vid’ i’ adunar la bella scola

di quel segnor[71 - quel segnor – Omero] de l’altissimo canto

che sovra li altri com’ aquila vola.

Da ch’ebber ragionato insieme alquanto,

volsersi[72 - volsersi = voltarsi] a me con salutevol cenno,

e ‘l mio maestro sorrise di tanto;

e pi? d’onore ancora assai mi fenno[73 - fenno = fanno],

ch’e’ s? mi fecer de la loro schiera,

s? ch’io fui sesto tra cotanto senno.

Cos? andammo infino a la lumera[74 - lumera = lumiera],

parlando cose che ‘l tacere ? bello,

s? com’ era ‘l parlar col? dov’ era.

Venimmo al pi? d’un nobile castello[75 - nobile castello – le sette mura del castello rappresentano le quattro virt? cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza) e le tre intellettuali (intelletto, scienza, sapienza).],

sette volte cerchiato d’alte mura,

difeso intorno d’un bel fiumicello.

Questo passammo come terra dura;

per sette porte intrai con questi savi:

giugnemmo[76 - giungere] in prato di fresca verdura.

Genti v’eran con occhi tardi e gravi,

di grande autorit? ne’ lor sembianti:

parlavan rado, con voci soavi.

Traemmoci cos? da l’un de’ canti,

in loco aperto, luminoso e alto,

s? che veder si potien tutti quanti.

Col? diritto, sovra ‘l verde smalto,

mi fuor mostrati li spiriti magni,

che del vedere in me stesso m’essalto[77 - essaltare = esaltare].

I’ vidi Eletra con molti compagni,

tra ‘ quai conobbi Ett?r ed Enea,

Cesare armato con li occhi grifagni.

Vidi Cammilla e la Pantasilea;

da l’altra parte vidi ‘l re Latino

che con Lavina sua figlia sedea.

Vidi quel Bruto che cacci? Tarquino,

Lucrezia, Iulia, Marz?a e Corniglia;

e solo, in parte, vidi ‘l Saladino.

Poi ch’innalzai un poco pi? le ciglia,

vidi ‘l maestro di color che sanno

seder tra filosofica famiglia.

Tutti lo miran, tutti onor li fanno:

quivi vid’ ?o Socrate e Platone,

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