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Божественная комедия / Divina commedia

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2015
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Sempre dinanzi a lui ne stanno molte:

vanno a vicenda ciascuna al giudizio,

dicono e odono e poi son gi? volte.

“O tu che vieni al doloroso ospizio[82 - doloroso ospizio – albergo del dolore, cio? l’inferno]”,

disse Min?s a me quando mi vide,

lasciando l’atto di cotanto offizio[83 - di cotanto offizio – del giudicare le anime],

“guarda com’ entri e di cui tu ti fide;

non t’inganni l’ampiezza de l’intrare!”.

E ‘l duca mio a lui: “Perchе pur gride?

Non impedir lo suo fatale andare:

vuolsi cos? col? dove si puote

ci? che si vuole, e pi? non dimandare”.

Or incomincian le dolenti note[84 - le dolenti note – i dolorosi lamenti]

a farmisi sentire; or son venuto

l? dove molto pianto mi percuote.

Io venni in loco d’ogne luce muto,

che mugghia come fa mar per tempesta,

se da contrari venti ? combattuto.

La bufera infernal, che mai non resta[85 - mai non resta – che non avr? mai fine e trascina con il suo impeto rapace],

mena li spirti con la sua rapina;

voltando e percotendo li molesta.

Quando giungon davanti a la ruina,

quivi le strida, il compianto, il lamento;

bestemmian quivi la virt? divina.

Intesi ch’a cos? fatto tormento

enno dannati i peccator carnali,

che la ragion sommettono[86 - sommettere = sottomettere] al talento.

E come li stornei ne portan l’ali

nel freddo tempo, a schiera larga e piena,

cos? quel fiato li spiriti mali

di qua, di l?, di gi?, di s? li mena;

nulla speranza li conforta mai,

non che di posa, ma di minor pena.

E come i gru van cantando lor lai[87 - lai – cantilena lamentosa],

faccendo in aere di sе lunga riga,

cos? vid’ io venir, traendo guai,

ombre portate da la detta briga[88 - briga = tempesta];

per ch’i’ dissi: “Maestro, chi son quelle

genti che l’aura nera s? gastiga[89 - gastigare = castigare]?”.

“La prima di color di cui novelle

tu vuo’ saper”, mi disse quelli allotta[90 - allotta = allora],

“fu imperadrice[91 - imperatrice] di molte favelle.

A vizio di lussuria fu s? rotta,

che libito fе licito in sua legge,

per t?rre[92 - togliere] il biasmo[93 - biasmo = biasimo] in che era condotta.

Ell’ ? Semiram?s, di cui si legge

che succedette a Nino e fu sua sposa:

tenne la terra che ‘l Soldan corregge[94 - che ‘l Soldan corregge – che il Sultano d’Egitto governa].

L’altra ? colei che s’ancise[95 - ancidere = uccidere] amorosa,

e ruppe fede al cener di Sicheo;

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